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La Val d’Ambiez si estende da San Lorenzo in Banale fino alle pareti del massiccio della Cima Tosa, tra le più spettacolari del Gruppo di Brenta.

Il Giacimento di Fossili della Val d’Ambiez è una viva testimonianza della presenza del mare tropicale da cui sono nate le Dolomiti e degli organismi che lo abitavano. A 10 minuti dal rifugio Cacciatore si trova un pianoro lungo 300 metri e largo 30 chiamato localmente  il Cimitero dei fossili Qui la roccia è solcata a karren (solchi carsici). Quest'ultimi hanno messo a nudo un giacimento di lamellibranchi fossili, del genere Megalodon, databili 195 milioni di anni fa.

Il sito è raggiungibile da Dorsino seguendo la strada per la Val Ambiez, fino al ristorante. Quindi si prosegue a piedi fino al rifugio il Cacciatore (1820 m). Il sito si trova a monte del rifugio, a circa 2050 m di quota. Il tempo di raggiungimento a piedi è stimabile in circa 180 minuti. Dal rifugio il sito dista meno di 30 minuti.

Come si raggiunge

Da San Lorenzo in Banale seguite la strada asfaltata per circa 3 km fino al parcheggio nei pressi del ristoro Dolomiti, da dove proseguite a piedi o utilizzando il servizio navetta presente in loco.

Alla scoperta della valle

La Val d’Ambiez è situata nel meraviglioso Gruppo dolomitico di Brenta. Da San Lorenzo in Banale, raggiunto il Ristoro Dolomiti (divieto di proseguire con mezzi propri), la valle si presenta incisa dalle acque del Rio Ambiez e incassata tra ripide pareti. Oltre il Ponte Paride, la valle si apre sull’alpeggio di Malga Prato di Sotto e sul Rifugio Cacciatore 1820 m; lì vicino sulla superficie di uno degli innumerevoli strati che compongono l’anfiteatro della Val d’Ambiez, si trova il cimitero dei fossili, con esemplari interi o frammenti di organismi bivalvi (megalodonti vissuti circa 195 milioni di anni fa). Seppure velatamente macabra, la definizione di cimitero dei fossili risulta scientificamente corretta, trattandosi di quanto rimasto da una potente mareggiata che ha strappato i megalodonti e li ha ridepositati poi sul fondo, immersi in un fango poi pietrificatosi. Esplorare il cimitero dei fossili richiede una certa attenzione per il superamento di una serie di solchi (karren) creati dall’azione chimico-fisica delle acque piovane sulle rocce carbonatiche. In primavera ed estate tra un fossile e l’altro si può apprezzare una spettacolare fioritura di orchidee rare e piante a cuscinetto, è quindi indispensabile evitarne il calpestio e la raccolta.

Da qui si ammira in tutta la sua imponenza lo spettacolare circo di pareti che chiude l’alta valle.  Ai piedi della grande parete di Cima d’Ambièz, troviamo il Rifugio SAT Silvio Agostini a 2410 m: punto di partenza e di arrivo delle più classiche traversate e ascensioni nel Gruppo di Brenta.

In alternativa, raggiunta la località Baesa,  prendete il sentiero che sale verso i prati di Dengolo, con i masi e gli alpeggi della Val di Jon (SAT 342).

L’ambiente

Le montagne sono formate da rocce sedimentarie calcaree e dolomitiche. Tra i 600 m di Baesa e i 3173 m della Cima Tosa si può osservare un’incredibile varietà di ambienti che assicura una ricchissima biodiversità. Il toponimo Ambièz sembra derivi da Ambo, in celtico buon pascolo e Biez, il canale per l’acqua dei molini sul Rio Ambièz.

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