Determinazione di campioni di deposito provenienti dalla Grotta Raponzolo (Dolomiti di Brenta) nell’ambito del Progetto Biomiti del Parco Naturale Adamello Brenta.
Una sabbia di insolito colore e composizione per dove è stata trovata… l’occhio attento degli esperti del Gruppo Speleologico Trentino SAT Bindesi Villazzano ha intuito l’eccezionalità della scoperta e da qui ne è nato un progetto di ricerca supportato dal Parco in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Biologiche Geologiche Ambientali del’Università di Bologna, finalizzato a determinare la composizione di questo particolare deposito.
La grotta è stata scoperta nel 2011 e si tratta di una delle rare grotte completamente orizzontali della zona dei Grostedi. Il raponzolo di roccia (nome scientifico Physoplexis comosa), uno dei più caratteristici e rari fiori alpini presente all’entrata della grotta, ha ispirato gli speleologi per il nome di questa caratteristica forma ipogea.
Le indagini condotte sui sedimenti di sabbia consolidata di composizione tonalitica/granitica rinvenuti, hanno riconosciuto la grotta Raponzolo come custode di preziose informazioni del passato: un vero e proprio archivio del tempo che, grazie ad analisi e risultati oggettivi, ha potuto chiarire molti aspetti legati alla relazione tra i due gruppi montuosi del Parco Naturale Adamello Brenta Geopark.
Specifiche analisi petrografiche, mineralogiche e chimiche ne hanno stabilito la provenienza che risulta essere la zona centro settentrionale dell’Adamello.
Un’analisi particolare, invece, basata sulla decomposizione radioattiva di alcuni isotopi prodotti quando il campione era ancora in superficie e soggetto a radiazioni cosmiche, ha stimato l’età di sotterramento che risale a 7,5 milioni di anni fa.
Quest’ultimo dato è peculiare e l’informazione che ne deduciamo è sorprendente: ad oggi, infatti, la grotta Raponzolo risulta essere la grotta più antica delle Alpi!
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Depositi simili sono stati scoperti in una seconda cavità denominata Grotta B-02 nella zona dei Grostedi sempre su segnalazione del Gruppo Speleologico Trentino. Gli studi potrebbero proseguire in questa direzione per valutare la somiglianza dei due campioni ipotizzando una possibile comune origine.