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Highlights del progetto Life Ursus

1992

fotografia elaborata dell'orsa Daniza nel Parco (G.Volcan)

Elaborazione grafica della foto dell’orsa Daniza nel Parco – foto Gilberto Volcan

Durante la realizzazione del Piano Faunistico del Parco Naturale Adamello Brenta, a cura del Prof. W. Schröder (Wildbiologische Gesellschaft, München –WGM), viene elaborata l’idea di un progetto di immissione di orsi sul territorio dell’area protetta. Nell’ambito di un workshop organizzato dal Parco e dal Servizio Parchi e Foreste Demaniali della Provincia Autonoma di Trento (PAT), viene discussa la proposta.

1993

Congiuntamente al Piano Faunistico del Parco viene prodotto il Piano di Recupero dell’orso bruno, in collaborazione con il Gruppo Operativo Orso. Si propone di iniziare i rilasci di orsi a partire dalla primavera del 1994.

Autunno: il Parco Naturale Adamello Brenta istituisce il Comitato Scientifico per lo Studio e la protezione dell’Orso bruno trentino.

1994

L’Osservatorio Faunistico Provinciale e il Comitato Faunistico Provinciale esprimono il loro parere e richiedono alcune modifiche e integrazioni al Progetto di Intervento per il recupero della popolazione dell’orso bruno nel PNAB elaborato dal Gruppo Operativo Orso Trentino in collaborazione con la WGM. La PAT si fa carico di apportare le variazioni necessarie, riguardo in particolare al territorio di intervento e alle linee guida del progetto.

1995

8 febbraio: i rappresentanti del Parco, dei Servizi Forestali della PAT e della WGM, sottoscrivono il documento definito Progetto Esecutivo per il recupero della popolazione di orso bruno nel Parco Naturale Adamello Brenta.

10 febbraio: prima richiesta ufficiale di accesso allo strumento finanziario LIFE Natura dell’Unione Europea per il progetto Ursus: tutela della popolazione di Orso bruno del Brenta.

Aprile: nonostante gli sforzi del Parco, il progetto non è ancora maturo per essere messo in atto e ancora non si può procedere alla fase operativa del progetto. Intanto anche il Ministero della Sanità italiano blocca l’importazione degli orsi dalla Slovenia a causa del sospetto rischio di presenza di rabbia silvestre nelle popolazioni ursine slovene.

3 agosto: il Parco sottoscrive un protocollo d’intesa per la raccolta dati sulla popolazione di orso bruno trentina e per la realizzazione di una banca dati in cui vadano a confluire tutte le informazioni raccolte dal Gruppo Operativo Orso Trentino, da PAT e WWF Trentino.

1996

La Giunta Esecutiva del Parco decide l’abolizione del Comitato Scientifico per lo Studio e la protezione dell’Orso bruno trentino e il conferimento delle funzioni consultive in materia di orsi ad un sottocomitato del Comitato Faunistico Provinciale.

19 novembre: accesso ai fondi LIFE Natura. Viene individuato l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (INFS) come ente che possa coordinare lo studio di fattibilità, mentre alla WGM viene affidata l’organizzazione delle catture, del trasporto e del rilascio degli esemplari, oltre al coordinamento delle prime fasi di monitoraggio degli individui reintrodotti.

1997

10 aprile: la Giunta Esecutiva del Parco incarica formalmente l’Istituto Nazionale della Fauna Selvatica del coordinamento dello Studio di fattibilità relativo al Progetto Ursus – Tutela della popolazione di Orso bruno del Brenta e da questa data si susseguono gli incarichi relativi alla realizzazione delle indagini accessorie alla realizzazione del documento.

27 giugno: viene siglato il contratto tra il Parco e la società DOXA relativa allo studio demoscopico sulle opinioni e gli atteggiamenti nei confronti dell’orso nel Parco Adamello Brenta.

16 luglio: il Parco stipula una convenzione con la società Agriconsulting per la realizzazione dell’analisi degli aspetti socio-economici relativi al progetto di immissione di orsi.

Agosto: la società DOXA consegna al Parco i risultati relativi all’indagine demoscopica realizzata.

6 dicembre: la Giunta esecutiva del Parco approva formalmente il Progetto Ursus.

29 dicembre: si conclude anche l’ultimo approfondimento necessario alla stesura dello Studio di fattibilità con la consegna della relazione finale sugli aspetti socio-economici, realizzata dalla Agriconsulting S.p.A.

1998

Febbraio: viene concluso e formalmente approvato da parte dell’INFS lo Studio di fattibilità per la reintroduzione dell’orso bruno (Ursus arctos) sulle Alpi centrali, preventivamente predisposto dal Parco. Altri documenti programmatici elaborati dal Parco, tra i quali le Linee guida per l’organizzazione e la realizzazione dell’intervento di immissione di orsi nel PNAB, e i protocolli di intervento, vengono approvati sia dalla PAT sia dall’INFS.

Novembre: per motivi di carattere organizzativo, tutto il progetto passa in mano diretta del Parco che lo gestisce in stretta collaborazione con il Servizio delle Foreste della Repubblica Slovena.

1999

7 aprile: il servizio veterinario del Ministero dell’Agricoltura della Repubblica Slovena assicura al Ministero della Sanità Italiano l’assenza di rabbia silvestre dalle zone di cattura degli individui da traslocare. La Direzione Generale del Ministero delle Politiche Agricole, dopo aver consultato l’INFS, concede l’autorizzazione al trasporto degli orsi in Italia e il servizio CITES, a sua volta, trasmette al Parco la licenza per importare 3 orsi: due femmine e un maschio.

10 maggio: il Parco è in possesso di tutti i permessi necessari per iniziare la reintroduzione.

12 maggio: una squadra di tecnici del Parco è in Slovenia per dare inizio alla fase di cattura degli orsi.

26 maggio: viene catturato e rilasciato nel Parco il primo orso. Si tratta di un maschio, di età presunta pari a 3 anni, chiamato Masun. Viene munito, come tutti gli orsi che gli seguiranno, di un radio-collare e di due marche auricolari emettitrici.

27 maggio: inizia l’attività di radio-tracking, basata sulla localizzazione continua dei singoli esemplari, per i primi 40 giorni successivi al rilascio. Le fasi successive di radio-localizzazione prevedono solo due localizzazioni al giorno, all’alba e al tramonto.

30 maggio: viene catturata e traslocata nel Parco l’orsa Kirka, una femmina di 3 anni di età.

2000

3 maggio: ha inizio la seconda fase di catture in Slovenia.

18 maggio: viene catturata e rilasciata una femmina, Daniza, di età presunta pari a 5 anni.

22 maggio: è la volta di Joze, un esemplare maschio di 6 anni.

23 maggio: viene catturata e rilasciata Irma, femmina dall’età stimata di 5 anni.

8 luglio: l’orsa Daniza perde il radiocollare. La localizzazione di questo esemplare, da questo momento è garantita tramite la trasmissione radio della marca auricolare.

23 agosto: anche Masun perde il radiocollare. Il distacco è avvenuto grazie al particolare metodo di chiusura che era stato elaborato per garantire che il collare si allargasse assecondando la crescita dell’animale, per evitare il rischio di soffocamento o di infezioni cutanee. Dato che anche le marche auricolari hanno esaurito la loro efficacia, il monitoraggio dell’individuo viene affidato a tecniche naturalistiche.

2001

Maggio: inizia una nuova campagna di catture in Slovenia.

3 maggio: arriva sul territorio del Parco l’orsa Jurka, di età stimata pari a 4 anni.

4 maggio: viene rilasciata anche Vida, una femmina di 3 anni di età.

26 maggio: in Val di Ion viene ritrovata la carcassa dell’orsa Irma, morta sotto una slavina.

Giugno: a Spormaggiore viene inaugurato il centro visitatori “Orso Signore dei Boschi”, interamente dedicato alla specie nei vari aspetti biologici, storici, culturali.

Luglio: l’Unione Europea accorda i finanziamenti per il 2° Life Ursus (2001-2004: Ursus: Seconda fase di tutela per l’orso bruno del Brenta) . Intanto anche il maschio Joze perde il radiocollare e viene seguito tramite la marca auricolare trasmittente.

Agosto: l’orsa Vida, dopo aver girovagato tra Val d’Adige, Valle dell’Isarco, Val Sarentino, Val Gardena, Passo Sella e Valle del Cordevole, si stabilizza in provincia di Belluno, nell’Agordino.

30 agosto: l’orsa Vida viene investita da un’auto sull’autostrada del Brennero. I passeggeri dell’auto rimangono illesi mentre Vida subisce una frattura ad un arto e alcune contusioni e escoriazioni. Grazie all’intervento della squadra di emergenza, l’esemplare viene narcotizzato e messo di nuovo in condizioni di muoversi grazie ad una fasciatura che immobilizza l’arto. In questa occasione le viene messo un nuovo radiocollare e viene liberata poche ore dopo nel Brenta meridionale.

15 settembre: dopo due settimane di inattività, l’orsa Vida compie il primo spostamento significativo successivo all’incidente e arriva in Val di Cobel, dopo aver percorso circa 6 km.

Ottobre: si tenta di ricatturare Daniza ma i tentativi sono vani dato che l’orsa rimane a lungo in una zona non raggiungibile dagli operatori. Anche la seconda marca auricolare smette di funzionare e così si conclude la possibilità di localizzare l’orsa tramite radio-tracking.

18 novembre: smette di trasmettere anche la seconda marca auricolare di Joze.

Dicembre: anche l’orsa Vida entra nella fase di riposo invernale, nella zona di Bressanone (BZ), a più di 60 km dal sito del secondo rilascio.

2002

11 marzo: Jurka perde il radiocollare ma può ancora essere localizzata tramite il segnale radio emesso dalla seconda marca auricolare.

24 marzo: Kirka viene avvistata con 2 cuccioli: è la prima riproduzione accertata dall’inizio del progetto di reintroduzione, nonché la prima dal 1989 sul territorio trentino.

23 aprile: dopo i continui spostamenti verso nord, Vida arriva in territorio austriaco.

6 maggio: ha inizio l’ultima campagna di catture in Slovenia.

7 maggio: viene rilasciato Gasper, un maschio di età stimata pari a 3 anni.

9 maggio: è la volta della femmina Brenta, catturata in Slovenia meridionale e rilasciata in Val di Tovel (età stimata: 3 anni).

12 maggio: viene rilasciato un 10o orso, Maja (femmina di 5 anni), a sostituzione di Irma, morta nel 2001.

14 maggio: l’orsa Vida continua i suoi spostamenti, arrivando nel Parco Nazionale degli Alti Tauri (Austria).

16 maggio: a pochi giorni dalla sua traslocazione, ancora disorientato, Gasper viene localizzato a ridosso della città di Trento, sul Dos Trento. Nonostante l’intervento della squadra di emergenza, l’orso durante la notte successiva si sposta spontaneamente raggiungendo il Monte Bondone.

21 giugno: la Giunta della PAT, con propria deliberazione n. 1428 ad oggetto Indirizzi operativi per la gestione della presenza dell’Orso bruno sul territorio provinciale, fornisce alcuni indirizzi per dare avvio alla fase di gestione ordinaria dell’orso bruno su tutto il territorio provinciale.

5 luglio: dopo oltre 3 anni dal rilascio, Kirka perde il radiocollare (la durata di questi strumenti è garantita per un massimo di 3 anni).

13 luglio: Brenta perde il radiocollare e non può essere localizzata a distanza dato che la sua prima marca auricolare non funziona correttamente.

18 luglio: anche la seconda marca auricolare di Jurka smette di funzionare e l’orsa non è più localizzabile tramite il radio-tracking.

30 luglio: viene ritrovata la carcassa di uno degli ultimi orsi autoctoni del Trentino: forse si tratta proprio dell’ultimo orso del Brenta.

Agosto: Vida non è più localizzabile mediante radio-telemetria: nonostante i voli aerei di controllo organizzati in Austria e Italia, le ricerche del plantigrado non hanno esito positivo.

2003

Marzo: alla fine del periodo di ibernazione, Maja viene avvistata in compagnia di 2 cuccioli.

Marzo-aprile: viene cercata a lungo l’orsa Brenta ma con esito negativo. Probabilmente anche la sua seconda marca auricolare ha smesso di funzionare.

3 aprile: a Spormaggiore si svolge il Workshop “I Grandi Carnivori” organizzato dal Parco in collaborazione con la Rete delle Aree Protette Alpine. In questa occasione viene redatta una Dichiarazione di Intenti e Programma d’Azione per la realizzazione di azioni finalizzate alla conservazione di Orso, Lupo e Lince (.pdf 83kb). Il PNAB viene nominato capofila di questa iniziativa nonché referente per l’orso bruno.

17 aprile: uno dei due cuccioli di Maja viene ritrovato morto, non distante dalla zona frequentata dal gruppo familiare. L’autopsia effettuata presso l’Istituto Zooprofilattico di Trento stabilisce che il decesso è avvenuto in seguito alla predazione da parte di un’aquila.

Luglio: Dopo aver perso il radiocollare nel mese di giugno, anche la seconda marca auricolare di Maja smette di funzionare: l’orsa non è più sotto controllo radio-telemetrico.

30 agosto: l’ultimo orso ancora sotto controllo radio-telemetrico, Gasper, perde il radiocollare: si conclude, come previsto, la fase di monitoraggio mediante radio-tracking successiva al rilascio degli orsi reintrodotti.

12 dicembre: l’Unione Europea accorda al Parco il finanziamento per il progetto Life Co-op Natura denominato Criteri per la creazione di una metapopolazione alpina di orso bruno. Il progetto, promosso dal Parco per il biennio 2004-2005, prevede la collaborazione di WWF Austria, Servizio Foreste della Repubblica di Slovenia e Dipartimento di Scienze della Produzione Animale dell’Università degli Studi di Udine.

2004

Aprile: vengono avvistate 2 femmine con cuccioli: si tratta di Jurka (due cuccioli, entrambi maschi: JJ1 e JJ2) e Daniza (3 piccoli: un maschio, DJ2, e due femmine, DJ1 e DJ3).

9 e 10 dicembre: a conclusione del progetto Life Ursus, il Parco organizza ad Andalo (TN) il convegno internazionale dal titolo: La conservazione dell’orso bruno: dai progetti LIFE ad una strategia comune. Partecipano i beneficiari di progetti LIFE inerenti la conservazione del plantigrado dell’Europa Meridionale e i rappresentanti di organizzazioni sovranazionali per la tutela dell’orso bruno in Europa.

17 dicembre: la Giunta esecutiva del Parco, con delibera n° 153, istituisce formalmente il Gruppo di Ricerca e Conservazione dell’Orso Bruno con l’obiettivo di appoggiare direttamente o indirettamente la conservazione dell’orso e dell’altra fauna caratteristica dell’ambiente del Parco.

2005

Aprile: viene avvistata una femmina con cuccioli dell’anno: le analisi genetiche promosse dalla PAT stabiliscono che si tratta di Maja e che i cuccioli sono tre maschi (MJ3, MJ4 e MJ5). Si tratta della quinta riproduzione accertata dal 2002, che porta a 18-20 il nucleo di orsi del Trentino.

Luglio: alcuni orsi si spingono al di fuori del Trentino. Uno dei figli di Jurka e Joze (maschio, battezzato “JJ2”) compie lunghi spostamenti che lo portano prima in Alto Adige e poi in Svizzera e in Austria. Altri due maschi (figli di Jurka e Joze e Daniza e Joze) si spostano verso sud, raggiungendo il Bresciano. Le attribuzioni di paternità, realizzate grazie alle analisi genetiche condotte dalla PAT, testimoniano che tutti i cuccioli nati in Trentino fino a questa data sono figli dello stesso padre (Joze): l’elevato grado di consanguineità costituisce una seria preoccupazione per lo sviluppo della popolazione (inbreeding depression).

Novembre: un orso viene investito da un’autovettura su una strada provinciale ai confini dell’area meridionale del Parco. Fortunatamente, l’impatto non è violento e il conducente dell’auto rimane illeso. Con ogni probabilità, nemmeno l’orso riporta gravi traumi.

Dicembre: si conclude il progetto LIFE Co-op Criteri per la creazione di una metapopolazione alpina di Orso Bruno, con il raggiungimento dei risultati attesi. Stimolando la cooperazione e condivisione di esperienze tra progetti LIFE Natura in favore della conservazione dell’orso bruno, ha permesso di confermare come le Alpi offrano notevoli possibilità di espansione per le popolazioni di orso attualmente presenti in Slovenia, Austria e Italia.

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