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Triassico (251 – 200 Ma)

Il Triassico (251 – 200 Ma) è il periodo più importante nella storia geologica del Trentino occidentale. Il limite tra Permiano e Triassico è marcato da una grande estinzione di massa che porta alla scomparsa del 95% delle specie viventi. In questo periodo i continenti si uniscono a formare il supercontinente Pangea. In questo contesto la zona del Geoparco si trova lungo la costa orientale del grande oceano Tetide, a latitudini intertropicali.

Il Pangea è da subito instabile, i continenti tornano a dividersi. L’apertura dell’oceano Neotetide provoca, nelle attuali Alpi Meridionali, la formazione di zone elevate e depresse (piattaforme e bacini). La zona del Geoparco si trova in questo periodo al passaggio tra la Piattaforma di Trento (a Est) e il Bacino Lombardo (a Ovest). Questa diversità strutturale e morfologica porta alla nascita delle prime piattaforme carbonatiche. Cioè strati di sedimenti derivanti da organismi con scheletro calcareo (ad esempio coralli ). Contemporanee agli atolli delle Dolomiti orientali. Questi nascevano nelle zone di minore profondità della Neotetide (Dolomia del Serla, Formazione di Contrin, Dolomia dello Sciliar, Calcare di Esino).  Intanto nei bacini e nelle lagune si depositano formazioni calcaree e dolomitiche (Calcare d’Angolo). Alcune con intercalazioni vulcaniche (Calcare di Prezzo, Formazione di Buchenstein).

Nel Triassico Superiore, più recente, i bacini si colmano. Mentre, nelle Alpi Meridionali, si forma un ambiente di piana di marea. Qui si deposita la Dolomia Principale, l’unità più rappresentativa delle Dolomiti di Brenta. Costituisce anche la parte sommitale di molti altri gruppi montuosi dolomitici orientali (Tre Cime di Lavaredo, Antelao, Civetta, Tofane). Al di sopra della Dolomia Principale, si trovano le formazioni del Calcare di Zorzino e del Calcare di Zu. Testimonianza della deposizione di altri sedimenti durante un graduale sprofondamento del fondale nel settore del Trentino Occidentale.

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