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Cari Amici del Parco,

nell’era del progresso, della tecnologia e della globalizzazione che stiamo vivendo e dove l’uomo pare capace di dominare ogni situazione, mai avremmo pensato che uno sconosciuto virus proveniente dall’Oriente potesse così improvvisamente mettere in luce le tante debolezze e fragilità della specie umana.

Era il 9 marzo allorquando il Presidente del Consiglio annunciava la chiusura delle scuole, degli uffici, della pressochè totalità delle attività produttive e commerciali, lo stop agli spostamenti su tutto il territorio nazionale, il divieto di assembramenti e di ogni manifestazione.

Tra le dirette conseguenze del lockdown imposto dal Governo e caratterizzato oltre che dalla chiusura delle industrie anche dal blocco del traffico aereo, terrestre e marittimo, vi è stata una drastica riduzione delle emissioni di CO2 e la nostra “Casa comune” ha subito iniziato a stare meglio e anche a mostrarci i benefici dovuti all’assenza dell’uomo e delle sue attività.

Gli abitanti di molte città, solitamente coperte da cappe grigie intrise di particolato, polveri sottili, biossido di azoto ed altre sostanze fortemente inquinanti e pericolose per la nostra salute, hanno riscoperto il blu intenso del cielo e la fauna ci ha stupito con l’apparizione dei delfini nel golfo di Taranto e i caprioli a spasso per le vie di Casale Monferrato, per ricordare solo due dei tantissimi episodi di cui ci è stata data notizia.

Così, mentre l’uomo era costretto dalla pandemia a fermarsi e a rimanere chiuso in casa, la Natura ha continuato indisturbata i propri cicli millenari ed il pianeta, dopo continui anni di sfruttamento, ha finalmente tirato un sospiro di sollievo.

Ma cosa accadrà quando saremo ritornati alla quotidianità? Mi auguro fortemente che, superata l’emergenza sanitaria, fra tutti i principi oggetto di riflessione di questo periodo, venga rivalutato il valore universale del rispetto e della tutela della Natura.

Per secoli l’uomo ha vissuto in armonia con animali e piante creando una rete circolare della vita che collegava tutti i viventi sullo stesso livello. Ad un certo punto però, questo equilibrio si è spezzato e l’essere umano ha trasformato la rete circolare in cui aveva vissuto fino a quel momento in una piramide, collocandosi in cima, da solo.

Ad una visione ecocentrica, uomo parte della Natura, si è sostituita quella egocentrica, dell’uomo dominatore dell’universo che per anni ha saccheggiato la Terra.

La sfida che ci aspetta ora è quella di capire la fondamentale importanza della convivenza ecologica tra uomo, animali, specie vegetali. Una convivenza civile ed ordinata tra uomo e Ambiente che non può più essere rimandata, ma che, anzi, richiede un’immediata presa di coscienza collettiva.

Il Presidente del Parco Naturale Adamello Brenta

avv. Joseph Masè

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